L’istituto superiore di Sanità ha da poco pubblicato un interessante report intitolato “Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”, riguardante quali sono le conoscenze attuali sui possibili danni delle radiazioni elettromagnetiche. Questo documento risponde alle più comuni perplessità sul 5G, e sicuramente chi ha dubbi dovrebbe leggerlo, dato che proviene da un prestigioso ed affidabile istituto pubblico, prima di lasciarsi andare alla paura delle radiazioni.
La parola “radiazioni” genera paura. È normale avere timori, perché buona parte delle “radiazioni” non le possiamo vedere; inoltre è innegabile che si tratti di un argomento un po’ ostico. Cerco allora di raccontare in modo semplice che cosa sono le onde elettromagnetiche e perché del 5G non c’è motivo di avere paura.
Tutti noi abbiamo la percezione che se veniamo investiti da un automezzo ci facciamo male. Quello che succede è che parte dell’energia cinetica del mezzo viene trasferita al nostro corpo. Tuttavia, non è la stessa cosa essere investiti da un autotreno con rimorchio oppure da una macchinina con cui giocano i bambini. È importante tenere conto della velocità con cui l’oggetto ci colpisce, perché ad esempio anche una macchinetta di plastica tirata in testa può far male. L’energia cinetica dipende dalla massa dell’oggetto e dalla sua velocità. Cerchiamo invece di visualizzare che cosa significa essere “investiti” da un’onda.
Da cosa dipende l’energia di un’onda?
Uno dei modi più semplici per “vedere” le onde è di lanciare un sasso in uno stagno. Le onde hanno due caratteristiche importanti: la frequenza, ovvero quante ne passano in un dato intervallo di tempo, e la loro altezza. La velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche nel vuoto è sempre costante e coincide con la velocità della luce. Più le onde sono “frequenti” (e quindi hanno minore lunghezza d’onda) e maggiore energia trasmettono. Più le onde sono “alte” e maggiore è la loro energia; infatti, man mano che l’onda si propaga nello stagno e si allarga conseguentemente si abbassa.
Come si suddividono le onde elettromagnetiche?
I raggi X con i quali si esegue una lastra, i raggi cosmici, le radiofrequenze le onde del forno a microonde sono tutte radiazioni elettromagnetiche, indipendentemente da come sono state generate. Però, la loro energia può variare in modo notevole. I raggi cosmici (piccolissima lunghezza d’onda e quindi altissima frequenza) possono essere davvero dannosi, “rompere” le molecole, generare radicali liberi e quindi portare a mutazioni le quali potrebbero sviluppare i tumori.
Infatti, uno dei problemi principali per un ipotetico viaggio verso Marte sarebbe come proteggere gli astronauti una volta lontani dallo schermo offerto dall’atmosfera e dal campo magnetico terrestre. Le onde elettromagnetiche della lunghezza delle centinaia di nanometri (circa un decimilionesimo di metro), per la precisione quelle che variano da 400 a 700 nm, sono quelle che possiamo vedere, e costituiscono la luce visibile.
Le radiofrequenze sono tra le onde più lunghe: sono dell’ordine di grandezza dei millimetri, e sono quelle utilizzate da cellulari, WiFi e trasmissioni radiotelevisive. Se chi sta leggendo questo post ha vicino una lampadina o è vicino alla luce di una finestra, quella è forse la maggior fonte di radiazioni elettromagnetiche a cui è esposto. Come ricordato prima, l’energia che riceviamo delle onde elettromagnetiche non dipende solo dalla loro frequenza, ma anche da quanto sono “intense” (quella che potremmo definire l’altezza dell’onda), e questo si può misurare in Volt/m oppure Watt/kg. È improbabile che onde molto “lunghe” (quindi a bassa frequenza) possano portare con sé tanta energia, a meno di essere molto intense.
Quali sono i limiti di legge per l’esposizione a radiazioni elettromagnetiche?
I limiti variano in funzione del tipo di radiazione elettromagnetica e della sua intensità, nonché della tipologia lavorativa delle persone esposte. In generale, possiamo dire che il limite che non si deve mai superare è di 20 V/m, con un livello di attenzione fissato a 6 V/m, riferiti a tutte le fonti di radiazioni elettromagnetiche.
In realtà, i limiti italiani sono molto bassi. Individuata la soglia alla quale si può avere un qualche effetto dannoso, i limiti applicati in ambito internazionale sono cinquanta volte inferiori, e quelli italiani sono un centesimo di questa soglia, quindi 5000 volte inferiori. Come paragone, prendiamo il sale da cucina: l’ingestione di un intero pacco di sale da 500 g può risultare letale! Eppure, pochi grammi si utilizzano tutti i giorni per condire la pasta. Se dovessimo applicare lo stesso fattore di sicurezza (5000) non ne potremmo usare che una punta di cucchiaino ogni giorno di sale.
Come funziona la tecnologia 5G: è davvero una nuova fonte di radiazioni elettromagnetiche da temere?
Come illustrato dal rapporto dell’istituto superiore di sanità, fino a oggi non sono emerse evidenze significative che le radiofrequenze impiegate nella telefonia mobile oppure nelle trasmissioni radiotelevisive possano portare a danni nella popolazione. Che cosa succederà con l’introduzione del 5G? In realtà, il 5G non esporrà la popolazione generale a campi elettromagnetici più intensi rispetto alla telefonia 4G.
Quello che cambia è che trattandosi di una tecnologia “intelligente” irradia il fascio solo dove c’è il ricevitore da contattare, la potenza alla ricezione rimarrà più o meno la stessa. I limiti di esposizione derivanti da tutte le fonti (e non avrebbe senso il contrario, essendo l’intensità delle radiazioni elettromagnetiche indipendente dalla fonte) dovranno comunque essere inferiori a 6 V/m. Quello che potrebbe succedere è che aumenterà il numero di stazioni 5G. Tuttavia, questo porterà generalmente a minore esposizione per la popolazione generale, perché l’intensità del campo elettromagnetico decresce rapidamente con la distanza.
In conclusione, la tecnologia 5G non è affatto di una nuova fonte di radiazioni elettromagnetiche, ma semplicemente un modo diverso di trasmettere le informazioni. Le frequenze del 5G sono quelle che si utilizzavano per le trasmissioni radiotelevisive. Non c’è nulla di nuovo o di diverso in termini di esposizione della popolazione generale. Comunque, il limite di esposizione totali, cioè provenienti da tutte le fonti non potranno essere superati.
I rischi, in conclusione
È ovviamente giusto continuare ad indagare. Qualcuno afferma che in base a un “principio di precauzione” non si dovrebbe autorizzare la nuova tecnologia se non dopo studi che ne provino l’innocuità. In realtà, qualsiasi attività umana comporta dei rischi, più o meno grandi. Quanto è potenzialmente pericoloso prendere l’aereo? E non solo per le persone che vi salgono sopra, ma anche per tutta la popolazione, che potrebbe potenzialmente essere colpita da un eventuale incidente. Quanto persone sono vittime ogni giorno di incidenti stradali? Nessuna attività umana potrà mai avere “rischio zero”. Bisogna capire e soprattutto evitare allarmismi ingiustificati, valutando correttamente i rischi.
Le figure sono tratte dal rapporto dell’istituto superiore di sanità linkato nel testo.